IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE DI AIELLO “ORA”

Ora – Lo strascico di ferite non medicate

 a cura della Psicologa Eleonora Damiani

Antonio Aiello, anche conosciuto semplicemente come Aiello, sul palco di Sanremo si è rivelato nuovamente un maestro dell’espressione delle emozioni con la sua canzone ORA. Se già tra le parole di Arsenico aveva rivelato le sfumature del dolore che dolore dentro me, quando piove, quando piove e tu non stai con me, questa volta con Ora ci rivela un nuovo aspetto del dolore: la perdita conseguente alla paura di scoprirsi.

Mi sono perso nel silenzio delle mie paure, l’atteggiamento di uno stronzo e invece era terrore. Mi ricordavi lei, mi ricordavi lui, ero fuori da poco.

Quante volte lasciamo che la sofferenza legata ad esperienze precedenti contamini le relazioni attuali, tanto da distruggerle? La paura è un potenziale killer dell’amore che se non riconosciuto invalida e inquina di una pesantezza antica quello che potrebbe essere un suono nuovo ed originale.

Il significato della canzone di Aiello “Ora”

Aiello ci mostra cosa si nasconde dietro le persone che a volte definiamo “stronze”. Fingere di essere distaccati  appare come uno scudo per non accorgersi di essere già presi dalla persona che si ha davanti.

Mi tenevo le pezze gelide dietro al petto, ci tenevo a mostrarmi come un drago nel letto. È molto difficile mostrare le proprie vulnerabilità quando le ferite ancora bruciano e la paura fa capolino per ricordare il sangue che è sgorgato. Combattuto tra il timore e il desiderio di andare avanti, l’essere umano può fingersi un drago quando la sua umanità l’ha esposto alle intemperie e le fiamme danno una parvenza di protezione. Se il fuoco protegge e scalda chi è nella caverna, tiene lontano chi da fuori ne scorge il lato pericoloso.

IL VISSUTO DI AIELLO

Mi sono perso nel silenzio della notte e non mi hai mai abbracciato e mi vergogno a dirlo, di solito sputo fuoco. Racconta il vissuto di chi non si è dato la possibilità di vivere l’amore quando ne aveva disperatamente bisogno. Tanto più abbiamo la necessità di etichettare qualcosa, quanto non sappiamo gestirla, e così il sesso diventa ibuprofene per non ammettere l’avvenuto coinvolgimento. Il contatto fisico è già la porta che permette il passaggio alla sfera emotiva, realizzando l’umano bisogno di colmare il vuoto interiore con qualcuno a cui sentiamo di poterci unire completamente.

Ho visto foto di te, del tuo compagno, una bambina. Poi quella casa l’hai finita? Dovevi portarci me, dovevi portarci me! È l’eco rabbioso di chi ha scelto di levare la maschera troppo tardi, trovando ormai la porta dell’altra persona chiusa. La rabbia come conseguenza di una paura invalidante ha una funzione protettiva quando l’assenza di chi si ama risulta troppo pesante da digerire. Quante volte speriamo che la persona amata scoperchi la corazza con cui ci proteggiamo, non vedendo quanto la stringiamo con unghie e denti?

IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA ORA

La parola ora sembra avere il sapore di un rimpianto e al contempo la forma di un promemoria, per chi, ancora pieno di un passato ingombrante, ha difficoltà a stare nel presente. Questo brano risuona come un consiglio sia per chi nega sia per chi si lascia divorare dalla sofferenza, lasciandole lo spazio per sterminare quello che arriva dopo.

Aiello con la sua Ora sembra dirci forse che se perdiamo tempo a medicare le ferite quando ci vengono inflitte, non continueranno a bruciare quando arriverà qualcosa di bello nella nostra vita e saremo pronti a spogliarci e metterci di nuovo in gioco. Come scrisse Luis Sepùlveda ne La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare: “Vola solo chi osa farlo”.

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